lunedì 30 settembre 2013

Trail del Moscato 2013 - 50km 2570mt D+

Il Trail del Moscato è il primo punto per realizzare un sogno difficile faticoso ma affascinante del UTMB. Decido di partecipare anche se la preparazione non è completa,  tante corse in val Troncea con un massimo di 23 km con dislivello massimo di 500mt e una uscita collinare da 32 km non bastano. Ma lo voglio e so che posso farcela ad arrivare in fondo. Se lavoro tanto e poi corro la sera tardi vorrà pur dire che resistenza ne ho. Così mi avventuro e mi iscrivo, sperando di avere la settimana antecedente lavorativa tranquilla. Ma invece anche il corso in programma salta e quindi niente riposo.  Venerdì mi sveglio con un forte mal di gola e sabato giorno prima della gara ormai come di consuetudine, credo io per la tensione, mi sento a pezzi. Così sabato mattina riposo e dormo fino a tardi e resto a letto come i malati fino all'ora di andare a prendere i pettorali con l'amico Francesco nel pomeriggio. Ovviamente la notte la passo a girarmi e rigirarmi. Sveglia alle 5 colazione e via direzione Santo Stefano Belbo.
Mi sento bene e neanche agitato e dopo un caffè alle 7:30 in punto si parte. I primi chilometri sono di riscaldamento poi il passo si fa deciso mi sento bene e considero poco la lunga distanza, in salita accompagnato dai bastoncini si va a passo veloce e in discesa di corsa veloce. Sto bene e vado. Tanto che i primi 25 km li faccio in 3 ore nette. Vado bene fino al trentesimo e qui inizia a farsi sentire la fatica, in salita grazie hai bastoni tengo bene ma in discesa fatico a prendere il ritmo, il percorso e un continuo cambio tra ripide salite e ripide discese che non ti danno il tempo di trovare il passo che già devi cambiare. Il tempo fa il resto, partiti con una leggera pioggia e il terreno ancora asciutto, in alcuni tratti diventava intensa rendendo il terreno scivoloso da fare due passi avanti e uno in dietro. Le scarpe fanno lo zoccolo di terra e diventano pesanti ma per fortuna al quarantesimo spunta il sole e ci fa finire in tranquillità e anche con un pizzico di caldo ovviamente umido. Fortunatamente mi sono organizzato bene e periodicamente mangio e bevo così da non andare mai in crisi. Ormai dopo i 40 la fatica muscolare è ai massimi livelli i tratti in forte discesa mi mettono in crisi, al 44esimo un tratto era così ripido da doversi appendere ad una corda per stare in piedi e forzare a puntare i piedi era peggio che correre.  Ormai solo arrivo al 46 km e spunta il cartello stradale di Santo Stefano credendo di avere gli ultimi chilometri in discesa mi faccio coraggio per finire in 7 ore ma le sorprese non sono finite e il percorso devia ancora dentro una ripida salita di una vigna e un volontario mi comunica ancora 2 km in salita e 3 in discesa. L'ho guardato con una tale rabbia che l'ho fulminato sul posto anche se lui non c'entrava nulla. La salita è davvero rapida pari al 23% circa ed è davvero lunga lo sconforto mi prende dentro, intorno a me nessuno alla fine della salita del vigneto trovo i fotografi a immortalare l'ultima fatica provo a sorridere ma vedremo i risultati. Prima della discesa finale il ristoro. Le ragazze mi incoraggiano e mi fanno i complimenti di rito. Mi fermo un po' a bere acqua e riparto nella discesa ripida, il primo tratto provo ma non riesco a correre finché non diventa meno pendente.  L'ultimo chilometro è in piano dentro il paese lo corro tutto con un buon passo finché non trovo a pochi centinaia di metri dall'arrivo Tiziana e Francesco a farmi il tifo.  Sono sfinito e la soddisfazione di essere arrivato mi fa  piangere a singhiozzo dalla gioia. 100 metri ed eccomi tagliare il traguardo sulla piazza in  7 ore e 35 minuti  e alla 76esima posizione su 110 arrivati.
Correre tra le vigne per 50 km è stato un po' noioso ma un plauso va comunque agli organizzatori che oltre ai servizi in gara e la segnaletica impeccabile su tutto il tragitto con un costo ridicolo rispetto a gare su strada ha messo a disposizione palestra x dormire colazione ricco pacco gara con bottiglia di moscato DOCG maglia tecnica sacca scarpe, oltre al pranzo completo con seconda bottiglia di moscato servizio docce e fisioterapista. 
Il primo punto verso il Monte Bianco e conquistato ora serve il secondo entro fine anno.
I sogni si devono "rincorrere" con i fatti e non con le parole.

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